mercoledì 15 settembre 2010

Dominiamo il poker senza esserne dominati

La dimensione ludica rappresenta una sfera importante e imprescindibile nella crescita di ogni persona: occasione di esprimere la propria libertà, la propria fantasia, la propria individualità, e anche momento di incontro, di conoscenza sociale, delle prorpie e altrui abilità.

E' attraverso il gioco che possiamo dar sfogo in maniera creativa e liberatoria alle nostre pulsioni, alla nostra immaginazione e magari trovare anche soluzioni a questioni complesse e articolate. Ma il gioco è anche e soprattutto un luogo di incontro: la funzione prosociale del gioco è evidente in particolare nella sua capacità e potenzialità educativa, di rispetto di se e degli altri, delle cosi dette differenze culturali.

Nel gioco troviamo però spesso anche altre componenti: la competizione, il piacere che deriva dallo sperimentare e conoscere il proprio limite, l'assunzione del rischio, l'esplorazione di ambiti ignoti, l'adrenalina della sfida impossibile.

In questo senso anche il poker si configura sicuramente come gioco di abilità, in cui le proprie competenze vengono messe in "prova" con gli altri. Qui l'assunzione del rischio è un aspetto del gioco, e in taluni casi è uno stile di vita, dinamico, aperto e creativo.

L'incertezza dell'esito e il rischio sono la parte essenziale del gioco e procurano al giocatore stimolazioni cognitive, che si manifestano nel prendere decisioni fisiche, emozionali, affettive, nella speranza di vincere e nella paura di perdere.

Il successo del poker di questi anni è dato forse dal fatto che in esso noi possiamo ritrovare alcuni dei valori più celebrati nella nostra attuale società: il valore del coraggio, del sapersi calare in un agone, della capacità di decodificare situazioni complesse e dell'assunzione di rischi.

Eppure si continua a parlare di esso come puro gioco d'azzardo, confondendo "giochi" in cui l'alea domina completamente la scena, come i gratta e vinci o il super-enalotto o il gioco dei dadi, questi sì giochi d'azzardo, con giochi, come il poker, appunto, in cui le nostre abilità sono una componente attiva e imprescindibile per ottenere dei successi.

In realtà il vero discrimine dovrebbe essere rappresentato non tanto dalla presenza del denaro, quanto dalla libertà, dalla distanza che che ciascun uomo riesce a porre tra se e le proprie attività, siano esse ludiche o meno; quando viene meno questa capacità di distaccarsi allora si configura una dipendenza, con tutte le conseguenze patologiche che essa comporta.

Per questo ogni buon giocatore di poker dovrebbe sapere sempre quando è il momento di rallentare il gioco, di scalare una marcia, in presenza di perdite senza lascarsi prendere dall'infausta illusione di onnipotenza di poter recuperare con facilità i rovesci fin lì patiti.

Saper riconoscere questa dinamica è un importante acquisizione e ci permette come giocatori di poker di controllare il gioco senza esserne compulsivamente controllati: lasciamo andare le mani che non siano veramente forti se siamo in una serie negativa. Sarà questa la prima mossa vincente per tornare al tavolo con maggiore energia e una migliore capacità di analisi.

domenica 12 settembre 2010

Le diverse strategie al poker: lo stile Tight

Esaminiamo una delle strategie di gioco al poker texano meno utilizzate ma più promettenti: lo stile Tight.

Certamente ognuno di noi ha uno stile personale, compresi i migliori e più celebrati professionisti: questi ultimi, a differenza di un principiante, sanno variare il proprio gioco in funzione di tante caratteristiche ma anche loro tendono a mostrare una preferenza per uno stile di gioco in particolare.

Tra i diversi stili di gioco il Tight (gli altri essendo il Loose, il Loose Aggressive e il Maniac) rappresenta sicuramente quello meno divertente, ed impone un rigido controllo sulle mani facendo fede solo sulle combinazioni migliori.

Proprio questa caratteristica di chiusura, se da un lato ne rappresenta il vantaggio maggiore, al contempo ne rappresenta anche il limite più vistoso: uno stile Tight alla lunga rischia di diventare molto prevedibile, e contro di esso è facile avere la meglio anche con un bluff.

Oggi che il poker texas è stato "sdoganato" e spetacolarizzato dalle televisioni lo stile Tight ha perso molto del suo seguito: nel tentativo di emulare i migliori molti adottano uno stile aperto ed aggressivo, e lo stile tight sembra essere diventato sinonimo di principiante spaurito e inerme.

In realtà lo stile tight conserva tutta la sua potenzialità, anzi proprio per questa tendenza ad un gioco sempre più aggressivo lo stile tight può dare ottimi frutti specie se si è in grado di adottarlo con capacità e senza dogmatismi.

Forse una delle situazioni migliori per un giocatore tight è il torneo multi-tavolo:
qui nelle prime fasi di gioco rimanere fedeli al proprio stile chiuso e solido è una delle tattiche più adeguate.

All'inizio infatti si corre più il rischo di perdere chips che non avere l'opportunità di portare alla vittoria mani cospicue, visto che i piatti tendono ancora ad essere piuttosto bassi. Nelle prime fasi di gioco proprio perchè i piatti sono abbordabili ci sarà una intensa e partecipata azione di gioco da parte di molti players, ma questo porterà i più a veder soltanto diminuire sensibilmente il proprio stack, nella falsa ed errata convinzione che poche chips non variano il proprio stack.

Diversamente occorrerà aprire il proprio gioco man mano che i blind cresceranno, diciamo da uno small blind a 100. In questo caso infatti aspettare di giocare solo mani forti ci porterà facilmente ad essere troppo corti nell'attesa di una mano "perfetta", mano che poi, non dobbiamo mai dimenticarlo, può diventare perdente già ad un flop che non ci sorrida.

Così dopo aver perseguito tenacemente uno stile tight per tutta la durata del torneo ci potremmo ritrovare nella necessità di giocarci tutto in un sol colpo e magari in una situazione di coin flip!

Quando i blinds cresceranno è opportuno tentare di prendere qualche buio e questo lo si potrà fare solo aprendo il proprio gioco; in questo frangente è fondamentale saper sfruttare al meglio il vantaggio di posizione, come spiegato nel precedente articolo.

Se nelle fasi avanzate di un torneo abbiamo invece accumulato uno stack cospicuo diventa allora nuovamente fondamentale uno stile tight; con uno stack di oltre 50 volte il big blind ci troviamo nella posizione ideale per portare avanti il nostro gioco tight e possiamo, ora sì, ribaltare a nostro vantaggio i limiti precedentemente esposti.

Ora che siamo etichettati come giocatori solidi, e in presenza di blinds elevati, sarà molto più facile piazzare qualche bluff massimizzando così l'efficacia di questa giocata e del nostro stile. Difficilmente ora i nostri avversari si avventureranno contro un giocatore che stimano come solido e chiuso, accreditandogli una forza che ha saputo dimostrare sul tavolo fino a quel momento.

giovedì 2 settembre 2010

La posizione nel Texas Hold Eem

I turni di gioco e l'importanza di saper uitlizzare la posizione ricoperta

Una delle carateristiche basilari per diventare un giocatore vincente e nel contempo una delle più sottovalutate specie tra i giocatori principianti, è quella di saper modulare il proprio stile gioco anche in funzione delle mani a cui si partecipa. Lo stesso punto in mano, infatti, deve essere giocato diversamente a seconda di quale sia la nostra posizione rispetto al dealer.

Le posizioni al tavolo.

Ricordando che la nostra posizione cambierà ad ogni mano per effetto della rotazione del ruolo del dealer, vediamo quali sono le diverse posizioni possibili:


Early position.
Con questo termine si indicano i giocatori che si trovano a dover parlare per primi nel corso della mano. Tipicamente la posizione peggiore è ricoperta dal primo giocatore alla sinistra del big blind, anche nota con il nome molto significativo di "under the gun" :)

L' UTG è chiamato a giocare per primo al pre-flop e dal flop in poi continua ad essere tra i primi a fare le sue scelte di gioco. E' evidente, dunque, come questa posizione imponga uno stile di gioco più prudente e la necessità di non avventurarsi in mani troppo rischiose quando ancora devono parlare tutti gli altri giocatori. E' anche vero che un eventuale bluf da questa posizione acquisti maggior peso.

I blinds hanno invece il vantaggio di parlare per ultimi al pre-flop, ma poi lo svantaggio consistente di essere i primi a giocare, a partire dalla small blind, dal flop in poi.

Anche le posizioni a ridosso dell'UTG sono considerate posizioni iniziali.

Middle position.
Come indica il nome, i giocatori che ricoprono questa posizione si trovano nel mezzo del gioco.

Late position.
Sono considerate late position il "cutoff", ovvero il giocatore immediatamente alla destra del dealer, e il button stesso che dal flop in avanti avrà il vantaggio esclusivo di parlare sempre per ultimo.

Il vantaggio di essere in posizione, ovvero avere la posizione migliore, consiste non solo nell'effettuare la propria scelta conoscendo ormai le giocate altrui, ma anche nell'impossibilità da parte dei nostri contendendti al tavolo di conoscere per l'appunto quale sarà la nostra azione. Questo ci permette di imprimere un maggior controllo sulla mano, impostando al meglio il nostro gioco.

Da una late position, infatti, si potrà "comandare" anche con punti relativamente deboli, controllare al meglio il gioco con punti forti e al limite foldare anche con punti interessanti in presenza di rilanci antecedenti.

Chiaramente la posizione migliore può essere ricoperta durante una stessa mano da giocatori diversi a seconda dei fold che ci sono stati al tavolo: se rimangono al gioco delle middle position e il big blind allora sarà l'ultimo giocatore alla deltra del big blind ad avere la posizione migliore, essendo appunto il big blind il primo a parlare dal flop in poi.

Le carte al pre-flop.
Solitamente si intendono mani forti che permettono di puntare da qualsiasi posizione le coppie da AA a JJ. Le coppie intermedie (dalla coppia di 10 a quella di 7) pur continuando ad essere mani molto interessanti presentano lo svantaggio e il pericolo, in presenza di overcards al flop, di non sapere più se la propria mano sia ancora la più forte dopo il flop.

Le altre coppie, proprio per questa considerazione, vanno giocate con molta attenzione e prudenza: hanno una reale possibilità di vincita solo se si legano al flop con una terza carta per formare il tris. Considerate che questa possibilità statisticamente però si realizza solo una volta su 8. Se in generale qualsiasi coppia ha il 50% di possibilità di vittoria al pre-flop, le coppie deboli andrebbero giocate solo come chiamate o al massimo in presenza di rilanci modesti.

Altre combinazioni al pre-flop

Mani molto forti
Possiamo considerare mani molto forti oltre le coppie dall'A al 10 anche le combinazioni di A fino al J ma dello stesso seme e le combinazioni di KQ e KJ dello stesso seme. Queste possono essere giocate da tutte le posizioni.

Ottime o buone combinazioni.
A scalare troviamo le coppie dal 9 al 7, le combinazioni delle figure restanti, e se dello stesso seme sono ovviamente meglio, la combinazione di A più carta dello stesso seme, le combinazioni di figura più 10, se dello stesso seme sempre meglio, e le così dette suited cards, cioè le carte con punti prossimi come 10 e 9 fino a 7/6 ma dello stesso seme. Queste combinazioni vanno gestite, nel senso che in posizione iniziale e soprattutto avendo le combinazioni peggiori di questo range, si può anche solo chiamare o al limite foldare in considerazione pure dello stile di gioco dei nostri avversari.

Combinazioni medie.
Possiamo considerare appartenenti a questo gruppo le combinazioni di figura più carta di altro seme fino al 9 e le carte dello stesso seme ma basse o più alte ma non contigue. Queste combinazioni andrebbero giocate solo in posizione finale e solo in assenza di rilanci.

Combinazioni deboli.
Tutte le altre combinazioni dovrebbero essere sempre foldate e al massimo giocate con un check, o comunque in assenza di rilanci.

Queste indicazioni di massima vanno comunque adeguate al nostro stile di gioco preferito, ma occorre sempre tenerne conto per sapere quali rischi si stanno assumendo.